
Tirimisù
Ci vogliono due cose per pensare di cambiare ciò che è perfetto: coraggio e pazzia.
Ci sono delle cose nella vita che sembrano nate perfette così come sono. Una di queste è sicuramente il “tiramisù”, il dolce italiano più famoso al mondo.
Il tiramisù è un dessert che semplicemente adoro (ovviamente mai quanto il Panettone). È così buono che si è guadagnato la stima di centinaia di milioni di golosi in tutto il mondo. E dato che sembra essere nato perfetto così com’è, pochi pasticcieri si sono cimentati nell’impresa di modificare in maniera sostanziale la ricetta. I più audaci, qualche decennio fa, si sono al massimo spinti a sostituire alcuni ingredienti della farcitura, dando vita al tiramisù bianco (con cioccolato bianco), quello al pistacchio, ai frutti di bosco, ecc…
Ma mai nessuno ha osato toccare il suo ingrediente principe: i “savoiardi”. Tranne me, ovviamente.
Era il 2018 e mancavano poche settimane all’apertura del nuovo punto vendita di Potenza. Volevo esordire con qualcosa di davvero originale, qualcosa che fosse gradito a tanti ma che allo stesso tempo contenesse tutti le caratteristiche del mia scuola di pensiero: originalità, innovazione e lievito madre. Così un giorno, decisi di sostituire l’ingrediente principe del tiramisù, con il mio prodotto principe, il Panettone.
Dopo diversi giorni di tentativi, per conferire al nuovo tiramisù la giusta consistenza ed equilibrio di sapori, ero riuscito a trovare quella che mi sembrava la ricetta perfetta di un tiramisù al Panettone.
Come sempre, i primi ad assaggiare le mie nuove creazioni, sono i miei familiari. Così, una sera di Ottobre, portai a casa dei miei genitori il nuovo tiramisù al Panettone come dessert della cena.
Il nonno ed i miei genitori rimasero entusiasti del dolce! Mentre mio fratello Giuseppe, come al solito più criticone di un giudice in un talent show di cucina, dopo aver assaggiato il primo boccone mi dice “Buono, buono… ma la gente è abituata al tiramisù “classico”, non accetterà mai un tiramisù così diverso!”.
Beh, devo ammettere che non aveva detto una sciocchezza. La gente è ormai abituata da sempre a mangiare il tiramisù come lo abbiamo sempre conosciuto e quindi ogni volta si aspetta una certa consistenza e un determinato sapore. Possiamo dire che il gusto del tiramisù sia ormai “codificato” nella nostra testa, un po’ come quello della Nutella. Ma bisogna anche dire che la cucina prima o poi finisce per evolversi con i cambiamenti della società e i gusti delle persone e vista la rinascita del Panettone (quello vero) degli ultimi anni, ho deciso di scommettere che la gente sia ormai pronta ad cambiamento.
Decisi allora di portare già subito all’apertura della nuova pasticceria di Potenza, la Tiri Bakery & Caffè, il nuovo dolce e di esporlo in vetrina in formato monoporzione.
Non passarono molti minuti che Gianni, oggi un fedelissimo “colazionista” di Tiri Bakery & Caffè, vedendo la novità in esposizione, chiese delucidazioni sul prodotto. Incuriosito dalla descrizione, decise allora di assaggiarlo.
Gianni si accomodò ad un tavolo, e fui io stesso a servirgli il tiramisù “panettonato”. Devo ammettere che ho seguito con lo sguardo e il fiato sospeso il cucchiaino colmo del primo boccone dirigersi verso il suo palato per l’assaggio. Fu così che Gianni, dopo aver assaggiato il primo boccone e contemplato per una decina di secondi, esclamò con il volto illuminato da un sorriso: “Ma quale tiramisù, questo è proprio un Tirimisù!”.
Io e il mio team scoppiammo a ridere ma subito mi resi conto di due cose: il dolce gli era piaciuto alla grande e quel simpatico nome “Tirimisù”, ci stava così bene che decisi di far sostituire subito il cartellino in vetrina davanti al dolce con questo nuovo nome.